Storia
La storia di questa razza inizia nell’isola di Terranova, quindi in territorio canadese: le prime testimonianze del progenitore del Labrador ci arrivano infatti dal marinaio Aaron Thomas che alla fine del XIX secolo descrisse cani dal manto scuro e raso, preziosi collaboratori dei pescatori nel recupero dei pesci nelle gelide acque oceaniche, chiamati cani di St.John. A quei tempi l’isola di terranova era sotto la giurisdizione inglese, per questo erano molti i navigatori britannici che vi facevano tappa e che iniziarono a portare questi cani in patria. La fama di instancabili lavoratori affascinò molti nobili inglesi che pensarono di farne un cane da caccia e iniziarono ad addestrarlo in tal senso, riuscendoci alla perfezione ma non facendo perdere al Labrador la passione per l’acqua; nel frattempo sull’isola di Terranova, nel 1855, il Governatore in carica mette una salata tassa sui proprietari di cani, facendo diminuire le cucciolate e praticamente sparire i cani e contemporaneamente in Inghilterra, il British Quarantine Act, sancisce l’ingresso in terra britannica solo a cani che abbiano superato una quarantena di sei mesi: i due avvenimenti portano ad una definitiva e totale separazione tra i cani inglesi e i pochi di Terranova. Nel 1904 in Inghilterra la razza venne riconosciuta dal Kennel Club e nel 1916 nacque il primo club di razza che provvide ad elaborare lo standard.
Il carattere del Labrador è ciò che ha fatto la sua fortuna, perché un Labrador è dolce, socievole con tutti, giocherellone, facilmente addestrabile e con un livello di aggressività pari allo zero nei confronti di uomini e bambini: è uno sportivo che può accompagnarvi in gite ed escursioni anche in montagna, difficilmente sarà un attaccabrighe con i suoi simili, anche se due maschi adulti possono sempre trovare il modo per dover dimostrare chi è il più forte, ma difficilmente potrà trasformarsi in un cane da guardia. Un Labrador, soprattutto se cucciolo, è una vera e propria aspirapolvere a quattro zampe, capace di ingurgitare di tutto, da pezzi di legno a sassi a cicche di sigarette, per cui bisogna porre molta attenzione a dove mette il muso e insegnarli fin da piccolo il comando “lascia”; allo stesso modo il Labrador è un golosone che vivrebbe ai piedi della tavola durante i pasti della famiglia: attenzione perché la tendenza all’obesità è marcata ed in giro si vedono fin troppi Labrador in sovrappeso.
Il colore: il colore del mantello può essere nero, biondo o chocolate, anche se originariamente il Labrador era solamente scuro: sicuramente in Italia il biondo esercita una maggior attrazione da parte del pubblico, potere della pubblicità (e della cartaigienica), cosa che non avviene affatto all’estero. Alla base delle diverse colorazioni vi è la genetica, ma in realtà i colori sono solo due, nero o chocolate, con il nero dominante sul secondo, mentre il biondo è dato da un gene che determina “l’assenza di colore”: il biondo, quindi, altro non è se non l’incapacità di esprimere uno dei due colori.Ogni Labrador ha quindi a disposizione una coppia di geni indicanti per convenzione con le lettere maiuscole se dominanti e minuscole se recessivi, quindi “B” per nero e “b” per chocolate, “E” per espressione del colore ed “e” per assenza del colore; le coppie che si possono formare sono quindi: BB, Bb, bb, EE, Ee, ee, e le varie combinazioni saranno:
BBEE: nero
BBEe:nero
BbEE:nero
BbEe:nero
bbEE:chocolate
bbEe:chocolate
BBee:biondo
Bbee:biondo
bbee:biondo con pigmentazione marrone, non ammesso, detto “dudley”.
L’accoppiamento di due Labrador biondi potrà quindi dare solo cuccioli biondi, così come dall’accoppiamento di due chocolate o di un biondo e un chocolate possono nascere cuccioli dudley, così che tale accoppiamento è da evitare, mentre da due soggetti neri o da un nero ed un chocolate possono nascere cuccioli biondi, neri o chocolate.
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